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Arrivati a…Vancouver!

Arriviamo a Vancouver via mare, sono le prime ore del mattino e la città sembra dormire ancora,

ma non il nostro autista, che con il suo modo gentile e affabile ci accoglie e ci fa sentire subito i benvenuti.

Mentre la città si sveglia, cerchiamo di farlo anche noi, e chiediamo suggerimenti su dove prendere un buon caffè all’italiana, ma non arrivano consigli, no, ci porta direttamente a destinazione.

Il primo di una lunga serie di indizi, che ci fanno capire quanto la “fama” di città vivibile e gentile di Vancouver non sia solo una leggenda.

La nostra mattina scorre veloce, sono i primi di settembre ma qui Halloween dura tutto l’anno, e cosi troviamo un negozio dedicato a questa “festa” nordamericana, e come bambini ci ritroviamo a giocare con terrorizzanti installazioni di paura, ad indossare maschere spaventose, a sguainare asce e spade, ne usciamo col sorriso del bambino che abbiamo ritrovato in noi, e che per tutto il viaggio non ci abbandonerà.

Il pomeriggio ci regala invece immagini ed emozioni indelebili:

una famiglia di orche, la coda di una balena e tanti leoni marini a farci compagnia durante il nostro meraviglioso “whale whatching”. La meraviglia della natura ci riempie occhi e cuore.

Rientriamo in hotel stanchi ma felici, consapevoli che l’indomani sarà ancora ricco di emozioni.

E cosi arriva una nuova alba, un nuovo giorno, una ricca colazione e via di nuovo pronti per la scoperta di questa meravigliosa città, la nostra prima mezza giornata scorre con la nostra guida che ci illustra le varie zone della città. Un orologio a vapore, nella parte vecchia di Vancouver, (Gastown), scandisce il passare di ogni ¼ d’ora, con la sua voce stridula che canta Westminster Quarters, e con i suoi sbuffi di vapore che escono ad ogni nota.

Il calderone della fiamma olimpica, i grattacieli, il lungo mare, gli idrovolanti che planano sull’acqua ed un vecchio battello a vapore che solca le acque placide del porto.  Pace e benessere, questa è la sensazione che abbiamo forte in noi.

Un pranzo in un locale storico, shopping e passeggiate per le vie di Vancouver concludono il nostro secondo giorno, dandoci la certezza di star vivendo una città che fa bene all’anima.

Dopo una sana notte di ristoro, una mattinata dedicata ancora alla natura, stavolta non sarà il mare il protagonista, ma una foresta di alberi secolari, pareti di roccia e lui: il Capilano Suspension Bridge.

Lo attraversiamo tutti, alcuni senza guardare in basso, altri a passo svelto ed altri ancora fermandosi ad osservare quanta meraviglia abbiamo intorno ai noi.

Mezza giornata tra alberi e roccia, che alla fine ci portano ad avere anche il nostro diploma che certifica il nostro valore nell’attraversare ben due volte il ponte, ma soprattutto un contatto diretto con una natura incontaminata, che mancava da tempo ad ognuno di noi.

C’è ancora una cosa da vedere però: il Granville island publick market, ovvero il mercato cittadino, e la nostra curiosità ha il sopravvento sulla stanchezza, e visto che dista solo un paio di chilometri, decidiamo di andare a piedi dal nostro hotel. Non avremmo mai pensato di percorrere la strada all’interno di un grande parco cittadino.

Un parco lungo la baia che ci colpisce sotto ogni punto di vista, la vista mozzafiato sui grattacieli della città in netto contrasto con le ville basse e dalle ampie vetrate di questa zona, l’incontro con un piccolo leone marino, proprio li nella piccola baia cittadina, che non ha paura e si avvicina guardandoci incuriositi, la zona dei giochi bimbi, dove non ci sono le solite altalene ma dei giochi d’acqua degni del nostro migliore acquapark, ed i bimbi che giocano felici, non serve il costume basta una maglietta e via sotto l’acqua.

Una scoperta che ci fa capire ancora di più la vivibilità di questa piccola città, sotto ogni suo aspetto, e di quanto i suoi cittadini la rispettino e la amino;

E cosi, dopo questa meravigliosa passeggiata, arriviamo finalmente al mercato, la nostra meta, che ci lascia altrettanto stupiti, banchi di frutta colorata sistemata come in quadro, pasticcerie con vetrine piene di dolci perfetti e dall’odore inebriante, laboratori di cioccolata e caramelle, banchi di sciroppo d’acero dove ci fanno assaggiare questo nettare dolce e gustoso.

E poi ancora la zona della street food, cibi da ogni parte del mondo, Pastai che lavorano la farina come giocolieri e che ci fanno sentire come se fossimo a casa nostra, con la nonna a tagliare le fettuccine; ed una terrazza affacciata sul mare, piena di gente che osserva chi fa sport acquatici.

Uno scorcio di vita quotidiana, non fatta di turisti, ma di gente locale che ama passare così la il tempo libero, e noi ci mescoliamo con loro, tra sorrisi e crepes alla nutella.

Purtroppo domani abbiamo il nostro volo di rientro, e ci dispiace andar via.

Vancouver ci ha accolto a braccia aperte, ci ha accompagnato nella sua scoperta e ci ha insegnato che si può vivere anche senza dover correre sempre.

E mentre decolliamo, attraverso l’oblò del nostro aereo, la guardiamo con gli occhi lucidi, certi che non sarà un addio ma solo un arriverderci.

Ciao Vancouver a presto!

Valentina